Teatro Coccia

In principio era il Morelli, il primo teatro della città di Novara. Sorto dall’iniziativa di una società di palchettisti costituita nel 1775-76 (e che, per sostenere, l’impresa si è autofinanziata vendendo i palchetti ai suoi stessi membri) e grazie ai fondi prestati dal Conte Luigi Maria Torinelli da Vergano, il vecchio teatro morelliano venne inaugurato nella primavera del 1779 con il “Medonte re d’Edipo”.

E chi l’avrebbe mai detto che, circa un secolo più tardi, il celebre Teatro Coccia sarebbe sorto proprio sulle spoglie del morelliano? Dopo la ristrutturazione progettata dall’architetto Luigi Canonica datata 1830, la riapertura con “La straniera” di Vincenzo Bellini nel 1832 e l’acquisto, da parte del Comune, sia del Morelli sia dell’adiacente Teatro Sociale nel 1880, l’intero edificio settecentesco venne demolito per permettere la costruzione (ad opera dell’architetto Giuseppe Oliveiro) del nuovo teatro della città: il Teatro Coccia, fondato nel 1888. 

Carlo Coccia, “intestatario” del nuovo teatro, fu per l’appunto un celebre compositore novarese oltre che il primo direttore (“censore”, si diceva ai tempi) del Civico Istituto Musicale Brera. Nato a Napoli nel 1782 e spento nel novarese 91 anni più tardi, il maestro Coccia compose, tra le tante opere, una Messa in Requiem eseguita a Novara per le esequie di re Carlo Alberto nel 1849. La sua prima esecuzione “moderna” di questa messa è avvenuta il 18 settembre 2011 per la quinta edizione del MITO SettembreMusica, nella Basilica di San Gaudenzio.

Tra i personaggi più illustri che hanno calcato il palco del Coccia negli anni, spiccano sicuramente il celebre Arturo Toscanini, il compianto Guido Cantelli e, in tempi più recenti, Mike Bongiorno con uno dei suoi programmi di maggior successo: Bravo bravissimo.

Il Teatro Coccia è oggi la più concreta testimonianza di come l’amore dei novaresi per la musica e il teatro si sia puntualmente rinnovato negli anni, pur mantenendosi sempre fresco, vitale e saldamente ancorato a ricordi e tradizioni.

Show CommentsClose Comments

Leave a comment