Con il naso all’insù – Le piante salutari

Magari noi ‘indigeni’ non ci facciamo tanto caso, ma chi visita per la prima volta la nostra città resta piacevolmente sorpreso dalla quantità di zone verdi.
I nostri parchi ospitano piante non solo ornamentali ma anche utili per la nostra salute e non solo per la loro capacità di migliorare l’aria che respiriamo, piante con una rilevante importanza medico-erboristica.
Vi insegniamo a riconoscerle.

ginko

Passeggiando al Parco delle Betulle possiamo incontrare il Ginkgo (Ginkgo biloba).
È un albero così antico – la sua origine si fa risalire a 250 milioni di anni fa- che viene considerato un fossile vivente. Si riconosce facilmente per le sue foglie a due lobi (da qui il nome biloba) che ricordano le ali di una farfalla.
Proprietà: antiossidanti, pro-circolatorie, rafforzatrici dei vasi sanguingni.
Parti usate: foglie, frutti, semi.

ippocastano

Molto più diffuso nei parchi e nei viali novaresi è l’Ippocastano (Æsculus hippocastanum) quello delle castagne matte.
È un albero imponente –può arrivare a 25/30 metri- con belle foglie verde chiaro ciascuna formata da 5/7 lamine. A fine autunno lascia cadere i suoi ricci che contengono grosse castagne che purtroppo non sono commestibili perché veramente amare. Lo si può ammirare sui baluardi (d’Azeglio, Quintino Sella), al parco di via Roggia, in v.le Ferrucci, v.le Turati, v.le Curtatone.
Molti anni fa in città c’era la credenza che tenere una castagna matta in tasca potesse tener lontano il raffreddore.
Proprietà: antitrombotiche, antiarteriosclerotiche, pro-circolatorie, in particolare sul rafforzamento delle pareti delle arterie.
Parti usate: fiori, frutti, corteccia, radice, semi.

tasso

Nei pressi del Castello Sforzesco si trovano interessanti esemplari di Tasso (Taxus baccata).
È una conifera e, attenzione, è una specie velenosa tanto da essere chiamato ‘l’albero della morte’. Quando vengono potati gli alberi in zona Castello le fronde non vengono gettate, ma raccolte e portate nei laboratori dove, tra le altre molecole, viene estratto il tassolo, attualmente in studio e trial clinico come antitumorale.
Parti usate: fronde giovani.

tiglio

Il Tiglio (Tilia europæa, diverse varianti) è, per eccellenza, l’albero dei viali. Dato che a Novara i viali non mancano il tiglio è molto diffuso.
Si trova sui baluardi (d’Azeglio, in particolare), in c.so della Vittoria, in via Regaldi, v.le Ferrucci, v.le Curtatone.
I suoi fiori sono commestibili sia freschi, sia essiccati e, in considerazione delle molte proprietà benefiche, sono utilizzate in omeopatia.
Il fiori di tiglio hanno un profumo inebriante, indimenticabile. Dal tiglio ottiene un miele pregiato che la tradizione popolare voleva facesse bene per il mal di gola e la tosse.
Proprietà: astringenti, anticatarrali, emollienti, sedative antispasmodiche, vasodilatatorie.
Parti usate: generalmente fiori con brattee e foglie che sostengono il peduncolo fiorale.

tarassaco
Se fino a adesso abbiamo camminato nella verde Novara con il naso all’insù adesso è il momento di guardare a terra.

Ovunque nei giardini e nei prati cresce il Tarassaco (Taraxacum officinale). Comunemente veniva chiamato ‘cicorione’. Fa un bel fiore giallo che però, se raccolto, rilascia un lattice che macchia. Poi il fiore si trasforma in un leggero ed elegante ‘soffione’.
Chi non ha mai giocato a soffiare su un ‘soffione’ per vedere volare via i piccoli semi attaccati al loro impalpabile paracadute bianco?
Una volta era comune andare a raccogliere il ‘cicorione’ nei campi e lungo i bordi delle strade. Veniva lessato per togliergli un po’ di amaro e poi consumato in padella o dentro le frittate.
Proprietà: amare, tonico-digestive, colagoghe coleretiche, lassative, depurative, ipocolesterolemiche, diuretiche.
Parti usate: radici e foglie.

carrubiChiudiamo il nostro viaggio tra gli alberi dei viali e dei parchi di Novara con una curiosità.
Fino a inizio ‘900, in v.le Turati, una volta conosciuto anche come ‘viale delle Carrozze’, perché vi si parcheggiavano le carrozze, si potevano vedere i Carrubi (Ceratonia siliqua).
AI cavalli piaceva sostare sotto il grande ombrello di queste piante sempreverdi perché per gran parte dell’anno riuscivano a rimediare qualche dolce carruba di cui sono molto ghiotti. Le carrube, sono dei grandi baccelli che diventano marroni quando sono maturi. Sono buone anche per gli umani e fino a non molto tempo fa era comune trovarle sulle bancherelle delle fiere.
Proprietà: astringenti.
Parti usate: corteccia, foglie, frutti.

In collaborazione con:
Antica Erboristeria Rossi – Novara

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