La festa dei popoli

Fra pochi giorni, dal 18 al 21 settembre, a Novara in Piazza Duomo si svolgerà la “Festa dei Popoli” che mette sotto lo stesso cielo storie di donne, uomini, popoli e terre e che, come si legge sul sito della manifestazione, “nasce dalla convinzione che l’incontro tra entità culturali differenti e la moltiplicazione degli sguardi che ne consegue siano fonte preziosa per costruire una dimensione interculturale della nostra città. La Festa dei Popoli è strumento di condivisione che avvicina la cittadinanza alle realtà delle comunità straniere, al percorso che adulti e minori immigrati vivono nel loro quotidiano.”
Ci saranno seminari, incontri, proiezioni di documentari, teatro, stand e tornei, tutti all’insegna dell’intercultura.
Il 20 alle 20, alla sede dell’ex quartiere Nord-Est in Largo Cantore, ci sarà anche una cena indiana vegetariana organizzata da Abacashì. Il menu è molto sfizioso, la cifra contenuta (15€ per gli adulti, 10 per i bambini fino a 10 anni, gratis per i bambini sotto i 3 anni) e la prenotazione obbligatoria entro martedì 17. Per informazioni e prenotazioni questi sono i contatti: 327/2571561 e cucina@abacashi.it

Il 21 settembre, all’area festa di Piazzale Antonini a Trecate, dalle 10 a mezzanotte, si terrà la seconda edizione della… Festa dei popoli – incontro multietnico tra cittadini italiani e stranieri, con teatro, musica, animazione, tornei, giochi e danze. Per avvicinarsi ai popoli anche con la cucina, si potrà pranzare tutti assieme, alla modica cifra di 3€ a porzione, con il “Tris di risi internazionale”, che mette assieme le ricette italiane, senegalesi e marocchine. Per informazioni e prenotazione potete chiamare questo numero: 0321 776384-382.

Belle iniziative e anche buone occasioni gastronomiche.
Però ci sono due feste, con lo stesso tema e lo stesso titoli, nello stesso periodo e a pochi chilometri una dall’altra. Ho cercato di capire se fossero parte della stessa manifestazione ma pare di no (qualcuno è più informato?).

Se è così come ho inteso, forse il dubbio che mi sorge è legittimo: non è che, con con la saggia intenzione di aprirsi ed unirsi ad altri popoli e ad altre culture ci si dimentica di mantenere la coesione a casa propria e di cominciare a collaborare con il proprio vicino?

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