My name is…

Avete presente quando James Bond esce dal mare indossando la muta da sub, se la slaccia e sotto ha lo smoking?
Ecco quella è una delle scene di culto, che più di culto non si può, del cinema e che ha dato origine a una lunga serie di citazioni all’interno di altri film. Insomma, una scena da storia del cinema e in James bond, ho scoperto, ce ne sono parecchie altre.

Me lo racconta Marco Paracchini, che ha James Bond fra i suoi miti e a lui ha dedicato il suo ultimo libro “James Bond 1962/2012”.
Me lo ripete un paio di volte, e fa bene: finché a ottobre non è uscito il film di 007, nessuno, a parte qualche rivista specializzata, ha mostrato interesse verso James Bond eppure c’è una solidissima e attivissima community di appassionati che occupa quotidianamente la rete e, nel caso specifico del club “Le Circle” (dal nome del primo casinò nel quale entra il nostro eroe), conta migliaia di soci ed è una vera opinion leader nel settore, tanto da essere considerata anche dalla casa di produzione del film.
Marco è così l’unico autore italiano ad avere scritto di James Bond negli ultimi sei anni.

Ha la passione per James Bond (McGyver e Sherlock Holmes) ma nel cinema e nelle storie Marco vive quotidianamente.
Si occupa infatti di comunicazione audiovisiva, scrive come ghost writer (ma ridendo mi informa che non mi dirà di certo per chi… ci mancherebbe, segreto professionale, però mi rende curiosa!) e insegna sceneggiatura, regia e scrittura creativa all’accademia di belle arti di Novara e in corsi specialistici a Novara, Milano e Torino.
Ha iniziato collaborando con alcune agenzie di advertising qui a Novara (e, Carramba! saltano fuori le conoscenze in comune molto, molto, ma molto strette, diciamo pure di famiglia), ha realizzato molti cortometraggi e ha lavorato (e lavora) tanto per il sociale con audiovisivi di promozione dell’E.N.P.A. Italia (Giulia) o a sostegno del volontariato ospedaliero.

Mi racconta che negli ultimi anni il panorama della produzione di audiovisivi è cambiato parecchio: fino a pochissimo tempo fa tutte le aziende medio-grandi erano abituate a fare road show, convention o congressi ogni anni e usavano sempre l’audiovisivo; con la situazione economica diversa, l’avanzare della tecnologia e altri fattori, ora sono sparite molte figure professionali della troupe e la figura del regista si è molto modificata. Spesso si arriva al “one man band”, ovvero al professionista che da solo, con un paio di reflex e l’aiuto dei software, riesce a fornire un prodotto finito. Spesso sono anche le agenzie di comunicazione stesse che si sono strutturate inglobando la parte di produzione audiovisiva, così consegnano tutto chiavi in mano e a costi minori.
La qualità è certamente diversa perché diverse sono le condizioni, ma il risultato incontra le richieste attuali.
Mi spiega inoltre che il settore dell’audiovisivo è molto settoriale: se ti conosce per un certo tipo di lavoro (es. i corti dedicati al sociale) difficilmente si rivolge a te per altre cose, anche se hai dimostrato più volte di saperle fare molto bene. Ti incasella e questa specializzazione che viene riconosciuta a volte è un vantaggio a volte no.

A proposito di audiovisivi, ecco sul tavolo spuntare un DVD dalla copertina scura e delle figure che emergono dalla penombra: L’audace viaggiatore.
E questo? faccio io
E’ un film breve, dice lui.
Un film breve non è un corto? forse commento io.
Lo chiamo così perché c’è stato dietro un mega lavoro, magari chi lo guarda non se ne accorge ma chi è del mestiere lo nota: tutto il lavoro che si fa per un lungometraggio e che difficilmente appartiene invece a un corto.
Ero produttore, sceneggiatore, regista, distributore; un progetto totalmente indipendente, tutto sulle mie spalle. Una cosa così non la ho più fatta. L’Audace Viaggiatore è uno sci-fi, voleva essere il pilot di una serie, ha preso dei premi, è stato il corto
(pardon, il film breve) che ha avuto più successo.
Linkare al film è d’obbligo a questo punto

Altri corti in arrivo?
Me ne cita due, uno è Genre Noir che strizza l’occhio fortemente alla cinematografia statunitense, come spesso fanno i lavori di Marco, ed è stato prodotto tra Milano e New York nell’estate 2012; l’altro è Fashion Victim, che promuove uno studio di produzione di Milano.
Sono incuriosita da tutte queste cose e scopro anche che sono in arrivo nuovi libri e racconti, oltre agli audiovisivi su commissione.
Marco fa così tante cose diverse che in questo momento non so nemmeno io dove “incasellarlo” fra i post di NovaraVive: autori? Artisti? Docenti?
Imprenditori, in primo luogo di se stesso, aggiudicato! 😉

P.S. Se volete incontrarlo e addentrarvi nel meraviglioso mondo di James Bond, giovedì 29/11 alle 21 sarà all’Hotel Europa a Novara e presenterà il libro trattando l’argomento dello spionaggio nella fiction. Marco Baldino, vice prefetto di Novara, tratterà invece l’argomento dell’intelligence contemporanea vera e propria.

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