L’avevo già scritto da qualche altra parte che sono umbro, vero? Bene: potrete allora facilmente immaginare le sonore e ripetute ridacchiate che m’hanno strappato alcune espressioni tipiche del novarese e dintorni, specie nei miei primi mesi di vita da novarese “acquisito”.
Premetto, comunque, che con il tempo mi ci sono abituato (e anzi, addirittura riesco a pronunciare qualche frase come fossi un nordico credibile!) e sottolineo (a questo ci tengo davvero!) che la mia cadenza originaria è uscita inviolata dalla mia esperienza settentrionale.
Ciò nonostante non posso fare a meno di ammettere che il dialetto locale, pur diverso dalla frivola armonia del toscano o la ritmica percussività del perugino a cui sono abituato, sa ben difendersi: il novarese è un po' lombardo (a Novara città e verso est) e un po' piemontese (verso ovest), a seconda di dove ci si sposta in provincia.
Più si va verso ovest, più emerge il piemontèis, riconosciuto fra le lingue minoritarie europee fin dal 1981 ed è indicato dall’UNESCO come una delle lingue da tutelare. Stiamo parlando di una lingua del ceppo neolatino occidentale appartenente ai dialetti gallo-italici del nord Italia: alcuni studiosi sostengono, inoltre, che il piemontèis sia una via di mezzo tra i suddetti dialetti e le lingue gallo romanze.
Tirando le somme, se una certa profondità storica e culturale è riscontrabile già nel solo parlato, quanto può elevarsi ancora il dialetto piemontese se inserito nel contesto della poesia?
Nasce da quest’idea la Serata di poesia dialettale al Castello del Ricetto di Ghemme (che è a ovest), che giunge, quest’anno, alla sua diciannovesima edizione.
Cos’è?
La Serata di poesia dialettale, organizzata dalla Pro Loco di Ghemme, è ormai una tradizione dell’estate ghemmese: anzi, una “tradizione nella tradizione”, essendo protagonista della serata la parlata caratteristica piemontese.
Ambientato nel Castello del Ricetto di Ghemme, presso il cortiletto della Barciocca, l’evento avrà luogo in data 14 agosto dalle ore 21.00 in poi.
E’ la diciannovesima edizione della manifestazione e come sempre l’invito a partecipare è esteso anche ai poeti dei paesi vicini: l’edizione è dedicata a Nino Ferrari, fondatore e promotore dell’iniziativa, recentemente scomparso.
Perché partecipare?
Personalmente sono curioso da morire: dopo le esperienze con l’ironia conviviale degli stornelli toscani, la leggerezza e l’allegria delle canzoncine goliardiche in perugino e l’emozione profonda e totalizzante della canzone napoletana, mi passa sotto il naso l’opportunità di godermi un altro connubio (stavolta più nordico!) tra arte e cultura locale.
Occasione contestualizzata, per altro, in uno degli scorci più caratteristici del Castello del Ricetto di Ghemme.
Per ultimo (ma non meno importante!), è per me una ghiotta occasione di far pratica.
Sì, penso proprio che ci andrò. E voi?
Ideale per
Chiunque si senta nel profondo un soggetto parlante e ascoltante.
Se poi c’è anche uno sfondo di cultura, passione o interesse per la poesia, è pure meglio.