Olga detta Barbara

Sono sempre stata curiosa a proposito dei tanti personaggi a cui sono intitolate strade e piazze. Dal 14 marzo 2015 l’area verde antistante casa Bossi, l’area del monumento di Costantino Perazzi, ricorda Olga Biglieri Scurto meglio nota come Barbara e sono andata a curiosare scoprendo la vita straordinaria di questa donna, aeropittrice e aviatricefuturista, nata a Mortara il 15 marzo 1915 e trasferita a Novara nel 1926.

C’è una cosa che più mi piace ricordare della sua straordinaria vita: è il 1981 e Barbara è a Roma, impegnata in una performance pittorica con i bambini quando viene avvicinata da una pacifista giapponese, Machiyo Kurowama, che chiede di partecipare all’animazione ponendo l’impronta della sua mano su una tela lunga 10 metri. In quel momento stava nascendo ‘L’albero della pace’, un grande mosaico di mani e di frasi a sostegno della pace.
Molti intellettuali, premi nobel per la pace e sopravvissuti al disastro nucleare lasciarono l’impronta delle loro mani sulla tela, anche il Premio Nobel Rita Levi Montalcini. L’opera nel 1986 fu donata Al Museo della Pace di Hiroshima.
La tela tornerà in Italia per quattro mesi, nell’ottobre 2002 (poco dopo la morte di Barbara/Olga) in occasione dell’iniziativa “CentoEventigiorni – Città della Pace”, ideata per il XXV Anniversario del Pontificato di Giovanni Paolo II.

Olga Biglieri Scurto è stato un personaggio veramente straordinario, soprattutto per il suo tempo.
È stata la prima donna aviatrice; prende il brevetto di pilota di nascosto dal padre nel 1933 all’Aeroclub di Cameri. Un paio d’anni dopo frequenta i corsi dell’Accademia di Brera a Milano e incomincia a dipingere quelle ‘sue sensazioni di volo’ trasferendo sulla tela con colori intensi le forti emozioni del volo.
Nel 1938 a Milano, Tommaso Filippo Marinetti nota un suo quadro esposto nella vetrina di un corniciaio e vuole conoscerla. Olga viene invitata ad esporre alla XXI Biennale di Venezia ed entra a far parte del movimento futurista come ‘aeropittrice-aviatricefuturista’. Assume il nome di Barbara. Il 30 marzo di quell’anno inaugura al Broletto la sua prima mostra personale.
Da quel momento la sua carriera entra nel vivo: partecipa a importanti manifestazioni come la Quadriennale di Roma e la Biennale di Venezia,collabora con importati testate giornalistiche, scrive novelle, entra nel mondo della moda e la RAI le affida la conduzione di Stella Polare una trasmissione radiofonica quotidiana di moda. Diventa addetta alle relazioni pubbliche di grandi aziende.

Nei primi anni sessanta fonda a Roma un’agenzia di stampa la ‘Telex-press’ e organizza importanti manifestazioni e sfilate per le più rinomate sartorie.
A questo punto ritorna al vecchio amore e si riavvicina alla pittura. Grazie all’amicizia con il pittore svedese Gosta Liljestrom si dedica all’acquarello.
Dalla fine degli anni ’70 viaggia molto, Unione Sovietica, Cuba, Giappone, Canada. Si interessa alla creatività dei bambini: nel 1978 partecipa al Festival Internazionale dei Bambini a Yalta, nel ’79 è a Cuba al Festival Mondiale della Gioventù.
Continuerà nella sua ricerca creativa e dipingerà fino alla sua morte, il 10 gennaio 2002
Ha lasciato un’autobiografia ‘Barbara a colori’, un autentico percorso della memoria di questa donna straordinaria. Purtroppo è pressoché introvabile.

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