La bella Olivia castellana di Angera

La Rocca di Angera si erge maestosa su uno sperone di roccia che domina la sponda meridionale del Lago Maggiore. Intorno a lei aleggia una storia che racconta terribili vicende.

Molti anni fa era castellana della Rocca di Angera la bellissima Olivia De’ Valvassori, giovane, bella, con lunghi capelli neri. Era l’adorata nipote del vescovo Guido da Velate che spesso era suo ospite. Una sera durante un luculliano banchetto, complici grandi libagioni, il vescovo si lasciò andare a parole non proprio gentile nei confronti di tali Arialdo da Cucciago e Erlembaldo che, sembra, avessero denunciato al papa il comportamento corrotto e immorale del vescovo.

Anche Olivia aveva un conto in sospeso con Arialdo. La giovane era solita sedurre i chierici che le capitavano a tiro e aveva cercato di ‘far suo’ anche Arialdo che però aveva declinato l’offerta.

Ora dovete sapere che anche i fedeli erano stanchi di preti corrotti e concubinari e che si riunirono in massa – si racconta fossero più di settemila- inneggiando ad Arialdo e Erlembaldo.

Le guardie del vescovo Guido diedero il via a scontri violenti. Quando il vescovo fu catturato dai fedeli, intenzionati ad ucciderlo, Arialdo che era un buon cristiano, si erse in sua difesa e lo salvò. Purtroppo non salvò sé stesso perché Olivia inviò le sue guardie in cercarlo. Il giovane fu ucciso e barbaramente mutilato.

La notizia dell’omicidio si sparse provocando rabbia e dolore. Qualcuno profetizzo che da allora e per sempre, il 27 giugno, pioggia e grandine si sarebbero abbattute su tutto il lago.

Ma, forse, ad Arialdo, uomo pio e giusto, la profezia non piaceva e così decise di dare, dall’al di là, un segno. Sembra che mesi dopo, un marinaio di ritorno dalla traversata del lago, abbia urlato sconvolto: “l’ho visto, l’ho visto! Arialdo è ancora vivo!”.
E dato che aveva fatto una pesca abbondante si pensò che l’apparizione di Arialdo fosse segno di buon auspicio.

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