La Miracolosa Madonna del Bosco

Alle porte di Novara, verso Vercelli, c’è una piccola chiesa di stile moderno. È la Madonna del Bosco. Per chi non la conosce o per chi si è dimenticato ve ne raccontiamo la storia.
È il lontano 1859 e il giovane Edoardo Lenta, 14 anni, se ne va con un amico sulle rive del torrente Agogna, all’altezza del ‘punt da fer’, il ponte sulla ferrovia, non lontano dalla cascina Santa Marta. È in corso la seconda guerra di indipendenza e le truppe austriache pattugliano la zona. I soldati scambiano i due giovani per due spie e non esitano a fare fuoco. Edorado riesce a scappare e si nasconde nel vicino bosco, arrampicato su un olmo. L’amico viene ferito.
In preda alla paura Lenta si appella alla Madonna facendo voto di scolpire, proprio sull’albero, il volto della Vergine se avesse avuto salva la vita. Le cose vanno bene  il giovane diventa ebanista e torna nel bosco per tener fede alla sua promessa. In un solo giorno, il 14 giugno del 1867, scolpisce sul tronco dell’olmo il viso di Maria.
La storia però non finisce qui perché, in un impeto, di creatività Edoardo decide di far piangere la Madonna facendo due profondi buchi negli occhi in modo che la linfa della pianta possa sgorgare. Dopo pochi giorni, qualcuno danneggia l’immagine ma il Lenta prontamente la risistema.
 
La notizia dell’esistenza dell’olmo con il viso della Madonna si diffuse e in meno di un anno nacque una vera e propria devozione. La gente andava in pellegrinaggio, qualcuno mise delle panchine e una pompa dell’acqua e si costruì una tettoia perché a quei tempi la Madonna del Bosco era davvero fuori città. Si stabilì che la festa della Vergine Addolorata sarebbe stata la terza domenica di settembre. 
Poi, era il 1875, si cominciò a parlare di fatti straordinari; una certa Cristina Bruneri sostenne di aver riacquistato la vista per intercessione della Madonna del Bosco. Tre anni dopo la zona fu colpita da una forte grandinata che danneggio tutto meno una piccola zona proprio dove si trovava l’olmo. Si racconta anche che due soldati che si erano sfidati a duello nel bosco dell’olmo, vedendo il volto della Vergine abbiano fatto pace.
Nel 1886 fu deciso l’abbattimento del bosco ma la devozione popolare era così forte che l’immagine della Madonna venne salvata e messa in un’edicola vicino al ponte sull’Agogna proprio là dove poi sarebbe stata costruita la chiesetta a forma ottagonale, con un piccolo campanile e sulla facciata la scritta ‘Miracolosa Madonna del Bosco’.
Piano piano la chiesetta viene ampliata e abbellita. La devozione dei novaresi passa indenne attraverso gli anni, gli sposi amano sceglierla per il loro matrimonio convinti che la Madonna stenderà la sua mano sulla loro unione.
Nel 1940 la chiesa viene completamente restaurata nella sua forma attuale ad opera dell’architetto Aldo Beldì. A sovvenzionare l’opera è Carlo Doppieri, famoso industriale novarese (produceva calze di naylon nello stabilimento in fondo a Via Custodi). 
La nuova chiesa non piacque proprio a tutti ma non per questo i novaresi smisero di amare la piccola chiesetta della Madonna del Bosco.

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