Gironzolando per la città in cerca di antichi monasteri

Quando ci muoviamo veloci e distratti tra le via di Novara certo non immaginiamo che qui un tempo ci fossero antichi conventi.
Nella zona di via Andrea Costa, in quello che era conosciuto come Borgo Barazzuolo (la via del Barazzuolo corrispondeva all'attuale via Marconi) c’era una vecchia chiesa dedicata a San Martino costruita dove esisteva un convento di monache dedicato a Sant’Antonio. Il convento fu abitato fino al 1500 quando fu abbandonato perché ritenuto poco sicuro. L’evento scatenante era stato l’uccisione di un prete nei dintorni del monastero.
In via Pietro Micca, vicino all’attuale sottopassaggio, c’era il Monastero di San Cristoforo – siamo intorno al 1300 – Era un piccolo convento, nel suo periodo migliore accoglieva nove monache per cui fu chiuso.
È in centro città che abbiamo delle sorprese. In vicolo Santa Chiara c’erano due monasteri divisi solo da un muro: il Monastero di Santa Chiara dove le monache vivevano di elemosine e Il Monastero di Santa Maria Annunciata alle Caselle (caselle erano le piccole e povere abitazioni che circondavano il monastero) che avrebbe dovuto accogliere suore di clausura. In effetti anche queste suore vivevano di elemosine e quindi erano costrette a uscire per lavorare e anche per andare a messa perché non potevano pagare un prete che andasse a dire messa all’interno del convento.
Nella piazzetta di Santa Caterina da Siena si trovava il Monastero delle Canonichesse di Sant’Agata. Non erano proprio suore e non dovevano fare voto di povertà per cui conservavano le ricchezze di famiglia e potevano avere persone al loro servizio. Si riconoscevano perché indossavano il rocchetto, una lunga veste bianca e, sopra, una tonaca di vari colori.
In via Cerutti c’era il Conservatorio di Maria Maddalena delle Donne Convertite che dava ospitalità alle prostitute che si erano pentite e convertite e che dovevano osservare una stretta clausura.
A quei tempi a Novara c’era il Quartiere del diavolo dove soggiornavano i soldati di passaggio. Il convento fu chiuso nel 1816 e l’edificio acquistato dalla Corporazione dei calzolai.
In corso Cavallotti, zona Archivio di Stato, si trovava il Monastero di Maria Maddalena. Era il convento più ricco della città perché ospitava discendenti di importanti famiglie che facevano grosse donazioni.
C’era poi il Monastero di Sant’Agostino dove le monache preparavano medicine con le erbe che coltivavano nel giardino del convento e vendevano nella loro farmacia. Erano brave e avevano successo tanto che nel 1760 i farmacisti novaresi, impensieriti dalla concorrenza, costrinsero le autorità a chiudere la farmacia delle monache.
La storia dei conventi di Novara non finisce qui. In via Tornielli c’era il Monastero di Sant’Orsola (data di fondazione 1583) dove si iniziò a fare lezione di catechismo a bambine e ragazze. Nella zona di via Perrone si trovava il Monastero della Visitazione, delle monache Cappuccine. Fu fondato nel 1619 da Gian Battista Leonardi che donò ben centomila lire imperiali per la costruzione del monastero.
Nella piazzetta Tornielli Brusati (fino al 1790 piazza San Nicola) si trovava il Monastero di Santa Barbara e in via Brusati il Monastero di Santa Agnese.
La chiusura dei conventi, in tutta Italia, fu voluta da Napoleone che con decreto imperiale del 25 aprile 1810 stabilì la soppressione di tutti gli stabilimenti, corporazioni, congregazioni, comunità ed associazioni ecclesiastiche di qualunque natura e denominazione.

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