Il tempo delle lucciole

La nostra provincia è ricca -scopriamo piano piano, con grande piacere- di autori affermati, ma anche di tanti esordienti che ci auguriamo possano avere una strada radiosa davanti a sé.
Un’autrice esordiente novarese è Francesca Gnemmi, 38 anni e due bambini, un grande rispetto per la natura e gli animali e una grande passione per la scrittura.
Si dedica a poesie, favole e novelle ambientate nel dopoguerra, il periodo che le ha fatto imparare ad amare la nonna con i suoi racconti di vita.
Il dopoguerra era un’epoca difficile, in cui le famiglie come quella di Francesca si amavano, ma soffrivano tanto in silenzio.

Proprio nel dopoguerra è ambientato “Il tempo delle lucciole”, il romanzo di esordio di Francesca Gnemmi che sarà presentato venerdì 27 novembre alle 17.30 alla Biblioteca Civica Negroni di Novara.
Abbiamo chiesto a Francesca di anticiparci qualcosa sul suo lavoro.

Cosa racconta il romanzo?
Francesca – Il romanzo è ispirato all’infanzia della nonna paterna e alla sua famiglia ed è ambientato nel primo dopoguerra italiano. “Il tempo delle lucciole” è quasi una saga familiare che racconta molto della vita di quei tempi.
All’interno della narrazione molti sono i riferimenti a episodi realmente accaduti, frutto di ricerche accurate, ma altrettanti sono solo frutto della fantasia, per completare il puzzle. La linea di confine tra realtà e fantasia è dunque molto sottile, tanto che a volte io stessa fatico a distinguerla.

Emma, la protagonista femminile, è quindi la nonna?
Francesca – Sì e no. Emma è la mia cara nonna ma… Emma sono io, vorrei che tutti i lettori fossero Emma, davanti alla complessità nella quale appare la vita.
La capacità di risollevarsi che è propria dell’uomo. Il coraggio di ammettere di avere paura ma di scegliere di affrontare quello che ci aspetta e, se si può, di cambiarlo.

Sono argomenti cruciali nella vita. Quali sono i temi centrali della vicenda?
Francesca – Da una parte c’è il perbenismo: come in tante famiglie dell’epoca sembra essere più importante quello che pensano gli altri, a discapito della felicità delle persone amate.
Il contrasto delle figure centrali della vicenda, padre padrone e la sua unica figlia, è molto sentito e vissuto con apertura.
Al centro c’è il contrasto tra chi si sceglie di essere e chi si diventa. Ciascuno di noi ha la possibilità di scegliere chi essere e che persona diventare, due valori che si contrappongono volutamente dalle prime pagine alle ultime.

A proposito di percorsi: come è stato il lavoro di preparazione?
Francesca – Non è stato semplice condurre una trama corale ricca di personaggi per un trentennio, cercando di mantenere dei toni intensi ma leggeri, attraverso una scrittura sfumata e lieve. Quando ho iniziato a scrivere non ero sicura di riuscire a creare qualcosa che avesse un senso, non pensavo nemmeno di terminare la storia. Ci sono stati momenti di difficoltà, di incertezza, di sgomento. Le parole poi sono venute da sole, come un fiume in piena che non faticavo a contenere.

Appuntamento con Francesca Gnemmi venerdì 27 alle 17.30 alla biblioteca Negroni.

Fonte: Flickr, MarianOne, licenza CC

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