Milano trema

E’ il 1973. L’inquadratura in campo lungo riprende via Solaroli. Le strisce dei parcheggi prospicienti l’ospedale sono ancora bianche.
E’ l’alba quando, dall’incrocio con via Mazzini, al centro dell’inquadratura, emerge un automobile diretta verso Largo Bellini.
Al volante c’è Luc Merenda, nei panni del commissario di polizia Giorgio Caneparo. Al momento della svolta a destra, entrando in via Dominioni,
compare in sovrimpressione il titolo del film: Milano trema. La polizia vuole giustizia.

Scritto da Ernesto Gastaldi e diretto da Sergio Martino, il film è senza dubbio una pietra miliare del cinema poliziesco all’italiana. Milano trema
è stato realizzato nel pieno degli “anni di piombo”
ed è in parte ispirato alla vicenda dell’assassinio del commissario Luigi Calabresi. Motivo dell’iniziale ambientazione
novarese è il “caratterino” di Caneparo: il commissario è stato infatti trasferito da Novara a Milano per i suoi metodi piuttosto spicci, che non tardano a manifestarsi anche
nella città piemontese. Caneparo viene infatti chiamato alle armi per contribuire alla cattura di due detenuti evasi dal treno durante il trasferimento da un carcere all’altro.
I detenuti uccidono i carabinieri della scorta e ciò induce Caneparo a non avere pietà della loro resa, una volta catturati. Il commissario uccide così i detenuti senza esitazione, e
senza esitazione viene rispedito a Milano, dove ad attenderlo c’è l’immediata sospensione dal servizio.

Nel corso dei vari ammonimenti ricevuti, Caneparo viene anche informato di un’importante indagine in corso, riguardante una serie di rapine avvenute in tutto il nord Italia. E’ subito
dopo la stessa riunione che, tornando a casa, il commissario Del Buono, collega e amico di Caneparo, viene ucciso da un killer. Nonostante la sospensione, Caneparo decide di indagare
in proprio sull’omicidio dell’amico, seguendo una pista che lo costringe a infiltrarsi nella malavita. Dopo aver stretto amicizia con una prostituta allo scopo di spacciarsi per suo
protettore, viene notato da un criminale detto “Monsùmerda” (interpretato da Steffen Zacharias), che a sua volta lo invita a unirsi a una banda che organizza rapine. Entrando a far
parte dell’organizzazione, Caneparo fa la conoscenza del capo della banda, detto “Il Padulo” (interpretato da Richard Conte), personaggio ambiguo e sospettoso che, come si scoprirà
più avanti, ha una doppia identità.

Proprio come Riso amaro (Giuseppe De Santis, 1949), La risaia (Raffaello Matarazzo, 1956) e il più recente Maschi contro femmine (Fausto Brizzi, 2010),
Milano trema ha trovato in Novara un’ideale location. Nelle scene iniziali del film sono infatti chiaramente riconoscibili il Duomo e i porticati del centro, più altre
peculiarità sempre relative alla zona centrale – come l’inquadratura iniziale, di cui abbiamo parlato all’inizio. Se è pur vero che non siamo più negli anni ’70, che tanto hanno dato al cinema nostrano, è anche importante non
dimenticare il contributo del territorio novarese al cinema italiano, nella consapevolezza che la città abbia ancora molto da offrire su questo versante.

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