Le avventure di Kenzo Tanaka

Marco Paracchini è una nostra vecchia conoscenza e un vulcano di idee. Dopo il libro dedicato ai cinquant’anni di James Bond e una serie di corti e mediometraggi, ha realizzato lo shortmovie Untouched e ha dato vita a una nuova serie di successo ambientata in Giappone. Si tratta di “Le Indagini di Kenzo Tanaka, che racconta delle vicende di un investigatore privato che ha trovato rifugio ed equilibrio emotivo presso l’agenzia investigativa P.B.I di Tokyo, ama gli anime e il cibo, non possiede una macchina, vive in un bilocale al primo piano di Nishihara Street e ha una passione per tutto ciò che ha origini italiane.

Il 26 e 27 settembre, alla manifestazione FantArona, Marco Paracchini porterà il libro ma anche il numero zero delle storie di Kenzo Tanaka, una light novel dal titolo “L’uomo senza volto”. Incuriosita da tutto ciò, ho fatto qualche domanda a Marco per conoscere meglio la sua ultima creazione (illustrata da Pierfrancesco Stenti).

Cominciamo con una curiosità: la scelta del Giappone come ambientazione della storia deriva dalla tua grande passione per quella zona e cultura, corretto? Da dove nasce questa passione e c’è stato un elemento decisivo che ti ha fatto scegliere di ambientare lì la storia? 
Vero, la passione per il Giappone è tanta, ma non so dirti di preciso dove nasca. Razionalmente parlando credo che le influenze dei cartoni animati, del periodo tra l’infanzia e l’adolescenza, abbiano in qualche modo plasmato concetti d’amore nei confronti di quel Paese. In fondo non è strano che una Nazione così distante abbia saputo far leva su cuori di miliardi di giovani in tutto il mondo? Questo significa che il linguaggio, le emozioni e i valori appartengono alla collettività umana, senza distinzioni geografiche. E da questo pensiero è partita l’idea di dar omaggio a quella terra e inserire il mio personaggio in quel contesto.

Cosa significa e cosa comporta questa ambientazione per la stesura del racconto?
La scelta comporta la conoscenza vera del luogo. Solo in rare occasioni ho scritto di zone mai viste in precedenza, ma per Kenzo Tanaka l’idea era chiara: ambientare le trame in luoghi che conosco bene. Quando un narratore tratta di argomenti e/o aree che conosce, facilita il suo compito e sa che la lettura sarà piacevole nonché immune a possibili critiche. 

Le indagini di Kenzo Tanaka è il primo giallo ambientato in Giappone e scritto da un italiano: questo primato ha generato qualche conseguenza o qualche riconoscimento interessante?
Stando a una ricerca effettuata tramite diversi motori di ricerca ci sono diversi testi ambientati in terra nipponica, non molti in verità, ma nessun autore italiano ha mai inventato un investigatore giapponese che opera a Tokyo. Gli italiani sono esterofili, ma apprezzano molto le opere ambientate negli Stati Uniti o, come in questi ultimi anni, nel nord Europa. Kenzo Tanaka è, nell’editoria riconosciuta, il primo e unico investigatore tokyota inventato da un italiano. Questo elemento non ha al momento alcun riconoscimento ufficiale – né ne esistono -, ma alcune associazioni giapponesi in Italia mi hanno contattato per eventuali presentazioni future nelle loro sedi e questo mi lusinga moltissimo.

Guardando online ho visto che Kenzo Tanaka è diventato protagonista anche di opere d’arte e altro. Mi racconteresti di queste “ramificazioni (forse) inattese”?

Kenzo Tanaka è una goccia nell’oceano dell’editoria. La casa editrice – Robin Edizioni -, ha dalla sua una buona distribuzione nazionale, ma si scontra con realtà editoriali ben più potenti. Non basta dunque essere capillari sul territorio, serve molto marketing e io stesso sto spingendo il personaggio da mesi. Ho presenziato con uno stand alla fiera Cartoomics e il personaggio ha incuriosito molti passanti. Il continuo tam-tam internauta aiuta, ma non basta: la forza del singolo può davvero poco nel marasma che c’è su internet.
Per rispondere alla tua domanda, posso dire che i lettori che hanno apprezzato hanno visto in me – e in Tanaka – un bel potenziale e ci hanno scommesso su come potevano. Un pitto-scultore della mia città (Fabrizio Latini) ha addirittura realizzato un’opera a strati e me l’ha regalata alla prima presentazione in libreria! Una DJ (Sonia Frassei) mi ha proposto un’intervista a Kenzo Tanaka – che ho impersonato io, ovviamente -, poi c’è chi ne ha fatto dei disegni, chi si è “selfiezzato” con il libro durante le vacanze estive… insomma, non posso che ritenermi soddisfatto per l’incredibile gioia con cui molte persone hanno appreso di questo indagatore un po’ bizzarro, nato dalla penna di uno storyteller di provincia. Io proseguo e spero che Robin Edizioni avrà ancora voglia di sostenere il progetto.

“Le indagini di Kenzo Tanaka” è un romanzo costituito da tre atti. Questa scelta è derivata dal mercato del genere giallo/mistery o appartiene a te? E da dove deriva la scelta di farne un romanzo tascabile?
Il libro è formato da tre racconti che sono uniti per una questione cronologica. Impossibile dunque estrapolare il terzo racconto e leggerlo senza averne letto i primi due. Da qui è nata un’idea un po’ teatrale: suddividere il romanzo in tre atti legati tra loro da alcuni fili conduttori. L’editore ha apprezzato e ha dato il via libera.
La scelta di farne un romanzo tascabile deriva della redazione poiché questo libro è catalogato nella collana de “I luoghi del Delitto” che, in quanto a fama, è seconda solo ai “Gialli Mondadori”, ergo bisognava sottostare a specifiche esigenze redazionali tra cui la “tascabilità” del prodotto, cosa che molti pendolari hanno però apprezzato molto!

Veniamo al prossimo futuro: mi dai qualche informazione sulla partecipazione a FantArona?
La partecipazione a FantArona avverrà poiché gli organizzatori hanno visto in Tanaka un mistery che avrebbe potuto fare la sua bella figura in quel della manifestazione. Mi hanno chiesto se volevo partecipare e ovviamente ho accettato al volo la proposta. Chi acquisterà “Le indagini di Kenzo Tanaka” riceverà in omaggio il ‘numero zero’ di questo personaggio – una light novel di 100 pagine – e un dvd con un cortometraggio sci-fi. Insomma, direi che è il caso di presenziare! 

Grazie Marco, ci vediamo al FantArona!

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