101 storie di Gente di Stoffa

Quando abbiamo aperto NovaraVive abbiamo voluto creare uno spazio nel quale poter raccontare anche le storie dei novaresi che, giorno dopo giorno, fanno bello, grande e interessante questo territorio. Abbiamo conosciuto artisti, musicisti, scrittori, imprenditori e ci siamo a volte stupiti di quanta meraviglia c’è dietro casa.

E’ d’obbligo (e un piacere), perciò, dedicare la storia del mercoledì di questa settimana a Barbara Bozzola, giovane giornalista novarese con la quale abbiamo trovato molti punti in comune. 🙂

Barbara ha infatti da poco pubblicato il libro “Gente di stoffa – Storie di creatività novarese”, un viaggio attraverso 101 ritratti-interviste di personaggi novaresi che, in modi diversi, contribuiscono a rendere vivo il nostro territorio.
Ne emerge uno scenario positivo di energie pulsanti, di artigiani creativi, scrittori fantasiosi, registi capaci, illustratori di talento, musicisti ispirati, ballerini determinati, studiosi appassionati, giocolieri abili, fotografi curiosi e genialità diffusa.

Ho voluto indagare un po’ e fare qualche domanda a Barbara per conoscere meglio il suo lavoro e le sue idee.

Sarah – La prima domanda è molto classica, ma la curiosità la impone. Come è nata l’idea di questo libro?

Barbara – Da 10 anni mi occupo di cultura e spettacolo per giornali novaresi. Ho sempre avuto il pallino di dare spazio alla cultura novarese, raccontando delle persone che si occupano di cultura e spettacolo a Novara o sono legate al nostro territorio. Un giorno ho iniziato una rubrica: ogni settimana andavo in cerca di un personaggio (ballerina, attore, regista, fotografo) che facesse qualcosa qui a Novara o che comunque fosse novarese. La cosa importante era dare spazio a queste persone e alle loro storie, alle foto, intrecciare le storie personali e quelle professionali.
Avevo molto materiale a disposizione e un giorno Gianni Lucini, il mio editore, mi ha detto che sarebbe stato bello fare una raccolta per evitare che tutto questo materiale gradualmente si spegnesse.
Così a marzo del 2013 mi sono rimessa all’opera, ho selezionato le storie, ricontattato le persone, aggiornato cronologicamente i racconti, riscritto tutto. Volevamo che il libro fosse pronto prima di Natale, ci sono stati pochi mesi a disposizione ma sono stati intensissimi.
La casa editrice è di Novara, è tutto novarese. Hanno curato molto il prodotto, è anche un bell’oggetto (ndr qui sotto la copertina del libro).

S – Cosa hai scoperto preparando questo lavoro? A Novara c’è molto più talento di quanto si immagini e ci si imbatte in storie davvero sorprendenti. Qualcuna che ti sta particolarmente a cuore?
B – E’ difficile dirlo. Nel tempo ho raccolto almeno 400 storie, tutte belle e interessanti. Ne ho poi scelte 101, di persone con vicende, idee ed età diverse; tutti i ritratti-intervista si legano assieme come i riquadri di una coperta pachwork, formano una rete di frammenti di vita che devono coesistere. Come nella coperta pachwork, se togli un pezzo rimane un buco e l’insieme non funziona.
Ci sono storie di chi ha cambiato vita e ha avuto coraggio nel credere nel suo sogno, di chi è giovane e pieno di entusiasmo, di chi ha fatto prodotti davvero di qualità. Tutte le storie e le persone a cui appartengono hanno in comune il talento e la passione.

S – Le storie sono 101: una scelta voluta o capitata? In che modo sono organizzate?
La scelta del numero 101 non è casuale. Volevo un numero tondo… ma non troppo.
Tutte le storie-interviste sono ordinate a seconda del titolo con cui inizia la storia, guardando l’indice si può avere una sorta di anteprima di tutti i contenuti. Per praticità ci sono due indici: uno con i titoli (così è chiaro come procede il libro cronologicamente), uno con i nomi dei personaggi in ordine alfabetico, in modo che i protagonisti trovino facilmente la loro storia.
Sono stati molto contenti di ritrovarsi nel libro.

S – Ecco, a proposito, qual è stata la risposta del pubblico?
B – Il debutto a Novara il 30 novembre è stato impressionante, c’erano quasi 200 persone al Piccolo Coccia. Ero convinta del mio lavoro, però sono rimasta stupita. Dopo tutto non sono famosa…
Ho scelto di portare il libro in tour, anche nei paesi, per andare incontro a tutte quelle persone che difficilmente magari verrebbero a Novara. La decisione mi sta dando molte soddisfazioni.
Sono stata a Galliate, Oleggio e Trecate e c’è sempre stata tanta gente che ha fatto domande e ha partecipato. Alcuni arrivano e mi dicono che anche loro, magari, sono fotografi o artisti.

S – E’ un modo di scoprire nuovi talenti. Non è detto che ne venga fuori un volume due.
B – Vero, non si sa mai! Dare spazio al talento e alla creatività è il filone che ho sempre battuto molto in questi anni.

S – Siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda, sei un’ospite perfetta per la storia del mercoledì di NovaraVive. A questo punto ti chiedo la tua opinione sulla cultura novarese.
B – Io parlo della cultura concreta, non quella delle istituzioni e dei salotti ma quella vera, della gente. Ero convinta ci fosse tanto potenziale e che questo patrimonio non fosse abbastanza valorizzato, che si dovesse dare modo alle persone di esprimersi. Ne sono ancora convinta e sono anche convinta che operazioni come queste servano molto perché mostrano quello che c’è. E c’è tanto.

Tanto da fare, tanto da scoprire, tanto ancora da raccontare.
Brava Barbara! Lo Grande Spirito di NovaraVive è fiero di te! 🙂

P.S. Due piccole anticipazioni: Barbara sarà con al Very Vintage domenica 2 marzo per un appuntamento speciale dedicato al Carnevale e alla gente di Stoffa.
L’8 marzo sarà invece ospite del B&B Il Giarolo di Cameriano, per una giornata all’insegna della gente di Stoffa e, soprattutto, delle donne di stoffa.

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