Lo Scurolo di San Gaudenzio – istantanea in bianco e nero

Fra pochi giorni, in occasione della festa patronale di Novara, avrà luogo la tradizionale, solenne apertura dello Scurolo settecentesco di San Gaudenzio dove, in un’urna d’argento, sono conservati i resti del primo Vescovo di Novara.
Quando ero piccola – è passato un bel po’ di tempo da allora – salire allo Scurolo era un’autentica devozione cui partecipava gran parte della città e molte persone dei paesi intorno.
Era il tempo in cui chi veniva dalle campagne girava per il centro di Novara con una lunga fila di marroni intorno al collo. Allora i marroni erano grossi e dolci. I bambini li aspettavano con gioia. Pensate che nelle drogherie – allora erano diffuse e vendevano a etti ciò che oggi si acquista confezionato: biscotti, caffè e zucchero nella famosa carta da zucchero dal tipico colore – i marroni erano venduti anche sfusi, sempre a etti.
Ma torniamo allo Scurolo.
Ricordo le lunghe code per guadagnarsi il privilegio di salire le strette scale che portano alla cappella. C’erano uomini, donne e bambini. L’atmosfera era un po’ magica. Ognuno saliva con un’idea ben precisa di cosa chiedere al Santo. Tutti erano assorti e stringevano in mano qualcosa attraverso la quale pensavano di portare a casa la benedizione del Santo!
Quando si arrivava finalmente davanti all’urna d’argento, le mani si allungavano. Chi passava sul cristallo un fazzoletto, chi un mazzo di chiavi, chi l’indumento di un bambino. Le labbra mormoravano mute una preghiera.
Oggi tutto questo fa sorridere ma vi garantisco che tutti scendevamo dallo Scurolo con il conforto di essere stati ascoltati.
Altri tempi, altre vite, altre drogherie.
Concedetemi un po’ di nostalgia!

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