La statua del Salvatore e i novaresi

La cupola di San Gaudenzio è senza dubbio il simbolo di Novara e un utilissimo punto di orientamento per raggiungere la città dai dintorni.
Sulla cima della cupola, svetta la statua del Salvatore, che osserva ogni giorno la vita che scorre sotto di lui.
Questo mercoledì vi racconto la storia di quella statua.

Le cronache dell’epoca dicono che la realizzazione della statua del Salvatore fu possibile grazie a una sottoscrizione aperta nel marzo 1877 dal giornale ‘La Verità’ (il diavoletto sulla mia spalla si chiede se un giornale dei nostri giorni potrebbe chiamarsi così?).
L’idea fu di tale Antonio Conti, fabbro ferraio sul corso di porta Milano. Alta quasi 5 mt, realizzata in bronzo coperto di lamine d’oro fu eseguita dallo scultore Pietro Zucchi che la consegnò nel marzo 1878 a Giosuè Argenti perché ne facesse il modello.
La statua fu collocata sulla vetta della Cupola esattamente il 16 maggio 1878, alla presenza dell’Antonelli.
La statua del Cristo Salvatore rimase in vetta alla Cupola per oltre 50 anni. Nel 1932 fu restaurata poi negli anni ’80 –non ricordo bene la data, forse qualcuno può aiutarmi – si decise che aveva bisogno di una nuova doratura e la si tirò giù.
La statua del Cristo Redentore tornò in cima alla Cupola di San Gaudenzio nel 1983.
In quell’occasione – la lettera del Pontefice porta la data del 25 marzo – Giovanni Paolo II scrive a Monsignor Aldo Del Monte Vescovo di Novara per augurare ‘che tutti i fedeli della diocesi di Novara aprano a Cristo le porte del loro cuore’.
In effetti i cuori dei novaresi si erano veramente aperti nel veder risalire il Salvatore sulla cima della Cupola, simbolo della città. Per troppo tempo tutto era stato ingabbiato in un ponteggio. La gente si chiedeva ‘Ma quando tolgono questo obbrobrio e quando potremo rivedere il Cristo in cima alla Cupola?
Ma il tempo passava e non succedeva niente.
Poi, finalmente la statua fu pronta. Per i novaresi fu un’occasione ‘unica’ per poter ammirare la statua da vicino. È bellissima, almeno per me e non sto dando un giudizio artistico. Irradia un senso di pace e di gioia.
La riportarono in cima con un elicottero. Durante la risalita, molti rimasero a guardare con il naso all’aria e un po’ d’apprensione nel cuore.
La gioia dei novaresi durò poco. La nuova doratura perse in fretta la sua brillantezza, causa inquinamento si giustificarono i responsabili, ‘In mia bon’ (non sono capaci) dicevano i novaresi scuotendo il capo. Sta di fatto che si decise di sostituire l’originale con… una moderna copia in vetroresina. Per fortuna non tutto il male viene per nuocere e così, oggi, tutti possono ammirare la statua originale all’interno della Basilica. Se non l’avete mai vista andate a San Gaudenzio e rimanete un po’ a guardare il Cristo. Mi piacerebbe… vedere di nascosto, l’effetto che fa (vedi Jannacci).

A proposito dello scultore Giuseppe Argenti va detto che lavorò molto a Novara. Suoi sono la statua del Genio della Conservazione sull’architrave d’ingresso nel Palazzo dell’Archivio di Stato, le statue allegoriche raffiguranti virtù o attività civiche alla Barriera Albertina –le antiche porte che i novaresi più datati chiamavano ‘le catene’ -. Altri lavori si trovano a Palazzo Orelli, nel cortile dell’Ospedale Maggiore, a Palazzo Bertelli.
Ci sono davvero molte cose nella nostra bella città che dovremmo imparare a vedere con occhi diversi.
Ciao.

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