Una bella Soap(Up) Opera

Questa è una storia allegra e colorata come una bolla di sapone, ma ben più solida e duratura.
E’ la storia di Marisa, che con la magia dell’abilità e il sale dell’ingegno, plasma la materia nell’aria ruvida della sua officina.
E’ una storia che comincia nel 2009 a Novara, corre per la città, raccoglie tre moschettieri, finisce a migliaia di km di distanza e in un’email torna a farsi conoscere da me in Italia, a poche centinaia di metri da dove è iniziata.

Un mese fa, infatti, ho “conosciuto” via email Marisa e via skype le ho parlato, perché lei è in Messico ora, 7 ore indietro a noi e un oceano nel mezzo. E’ l’ideatrice di un nuovo oggetto semplicissimo e geniale allo stesso tempo e assieme a Gisella, Elena e Luca porta avanti SoapUp, la startup che lo realizza e reinventa giorno dopo giorno.
Cos’è?
Un portasapone, ma un portasapone speciale. Ve lo faccio raccontare da lei e, come in ogni incontro che si rispetti, cominciamo con le presentazioni.

S – Chi sei?
M – sono Marisa Zenone. Sono una designer/artigiana e prima ancora donna di casa.
Sottolineo questo perché nel mio progettare, alla base, c’è sempre la praticità delle opere. Solo bello non basta! Deve essere pratico. Poi dico anche che forse sono un po’ “anomala” perché disegnare e basta non è sufficiente per me. Metterci le mani e fare è la parte più interessante. In officina plasmo l’acciaio per i miei progetti e poi con i mie ragazzi posiamo l’opera. Trasformare la materia è una passione: ferro, acciaio, vetro…

S – E il sapone?
M – Mi sono approcciata al sapone vedendolo come materia. Volevo fare dei gioielli e oggetti luminosi perché ho scoperto che il sapone alla glicerina si illumina. Ho sperimentato a lungo con il sapone. Ho fatto mille forme diverse. Un giorno ho appeso una di queste forme, un pesciolino, al rubinetto del bagno per gli ospiti. E’ stato l’inizio. Tutti mi riportavano la comodità del sapone appeso così, di come rimane pulito e asciutto. Non potevo più ignorarlo. Automaticamente l’attenzione si è spostata dal sapone al suo sostegno che allora era un semplice filo.

S – Da qui l’idea di SoapUp. Ci spieghi cosa è esattamente?
M – E’ un portasapone, ma non quello che immaginiamo abitualmente. SoapUp è un brevetto, un nuovo concetto di portasapone che sospende la saponetta sopra il lavandino per poterla avere sempre pulita, asciutta, a portata di mano. Inoltre SoapUp non inquina in nessun modo e questo è bene per l’ambiente. Spesso penso cosa potrebbe essere il mondo senza sapone liquido: quanta plastica potremmo evitare? SoapUp potrebbe permette tutto questo perché ci fa ritrovare il gusto di usare il sapone solido. Che il sapone liquido sia più igienico è solo una leggenda metropolitana. Nelle scuole in Giappone usano la saponetta, qui in Messicio usano maggiormente la saponetta. Come mai in Italia usiamo molto il sapone liquido?

S – Sei in Messico per SoapUp?
M – No per il momento. Ci siamo trasferiti qui per il lavoro di mio marito. Questo contribuirà in maniera indiretta alla crescita di SoapUp in futuro. Avere già un piede in Messico, ritenuto un paese in grande crescita, è davvero una fortuna da sfruttare. Il team segue tutto in maniera efficiente in Italia e io da qui lavoro senza problemi di confini.

S – Pensi quindi al domani. Cosa vedi? Possiamo parlare di una “rivoluzione del sapone”?
M – Che sogno sarebbe! Una piccola rivoluzione, tutta italiana, anzi novarese. Quando penso a SoapUp io vedo oltre, non vedo solo l’oggetto di design bello e utile. Vedo quello che può fare per l’ambiente e per il sociale. In questo senso SoapUp trasforma quel piccolo importante gesto di lavarsi le mani in una grande rivoluzione. Cose piccole ma così importanti perché moltiplicate per tutti. Noi tutti, uno a uno, siamo importanti e possiamo davvero fare la rivoluzione intorno a noi.
Un grande aiuto potrebbe arrivare dai produttori di sapone solido. Pensa se con occhio lungimirante fossero interessati ad un accordo per produrre il sapone per SoapUp.

S – Sarebbe un cambiamento interessante. Entrano in gioco tanti temi: igiene, rifiuti, gestione degli imballaggi… A proposito, so che per il packaging avete vinto un premio.
M – Sì, a Ljiubljana. All’esteso l’Italia è sinonimo di saper fare, design e cultura. Con questa filosofia abbiamo incaricato Blaz Bajzelj e, un ragazzo sloveno mio ex compagno di classe, di progettare il packaging. E’ molto semplice, l’imballo è una striscia di cartone -un foglio- che si piega e diventa la confezione. Blaz ha presentato a Ljiubljana il lavoro, in occasione di un concorso di design sulla comunicazione. La confezione è molto poco ingombrante, molto ridotta. Vogliamo far passare il concetto che riciclare va bene, ma ridurre alla fonte è meglio. Il riciclo ha un risvolto negativo, la voglia di prodotti riciclati rende necessario approvvigionarsi di materia prima a quel punto non più riciclata. E’ un paradosso! Riduciamo i rifiuti e tutto andrà meglio.

S – E’ un ottimo proposito per il futuro. Ci dai qualche anticipazione dei prossimi passi?
M – Vorrei portare nel mondo, grazie a SoapUp, l’eccellenza italiana con una collezione di saponi italiani. Sapevi che sapone viene dal francese savon che deriva a sua volta da Savona? Il sapone solido è un primato italiano. Ma, nel XVII secolo, a causa del blocco delle attività industriali italiane legato alle frequenti invasioni cui la penisola veniva spesso sottoposta, il primato nel commercio dei saponi passò ai francesi: Colbert, ministro di Luigi XIV (il Re Sole), chiamò gli esperti Saponieri liguri e fece costruire fabbriche di sapone a Tolosa e Marsiglia.
La nostra collezione è già iniziata. Abbiamo un sapone al bergamotto artigianale e bio. Sapevi che il bergamotto è considerato un agrume miracoloso per le sue proprietà? Il bergamotto ha nella provincia di Reggio Calabria uno dei suoi migliori habitat, in nessun’altra parte del mondo vi è un luogo in cui quest’agrume fruttifica con la stessa resa e qualità di essenza. Abbiamo il monopolio! Io vorrei scoprire piano piano queste eccellenze e proporle al mondo come sappiamo fare noi italiani.

S – Al momento avete in atto una campagna di crowdfunding attraverso IndieGoGo. In cosa consiste?
M – Come accennavo prima, i piccoli gesti possono fare la differenza. Adesso la differenza si può fare aiutando SoapUp a crescere attraverso questa campagna.
L’obiettivo primario della campagna è portare SoapUp insieme ai nostri saponi alla fiera parigina Maison & Objet, una vetrina importante sul mondo.
Si può partecipare donando anche solamente 3 euro. Da 15 euro in su diamo il controvalore con oggetti tra cui, appunto, SoapUp che può essere un regalo di Natale fantastico.

Collegatevi al sito INDIEGOGO SOAPUP e scegliete il vostro pacchetto. Contribuirete alla crescita di un prodotto tutto italiano e farete parte della rivoluzione!

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