Passaggio in India: Giuliana Pedroli

Incontro Giuliana al ristorante La Cascina di Arona, dove -con l’appoggio dell’amica, nonché titolare del ristorante, Sabrina Vecchi- spesso organizza incontri divulgativi nei quali attraverso la proiezione delle fotografie che ha scattato e ai racconti che espone con una semplicità appassionante racconta ai presenti nella sua India.
Giuliana è da sempre un’appassionata di questo Paese; come darle torto. La cultura indiana fa parte di un mondo che pervade chiunque attraverso le sue tradizioni millenarie, i suoi profumi e colori.
Giuliana Pedroli Piras si appassiona alla filosofia indiana e si lascia attrarre dal magnetismo di un Paese che presto diventerà il suo amore. Dopo numerosi viaggi a scopo turistico avviene un cambiamento: non riesce a rimanere indifferente di fronte alle sofferenze e alle mancanze dell’India atavica, dove non c’è nulla. C’è, infatti, un momento nella sua vita nel quale l’interesse si trasforma in amore, amore per l’India e per indiani, in modo particolare per donne e bambini, i più poveri tra i poveri.

La metamorfosi è segnato dalla conoscenza con il Bramino Ram Prakash Sharma, Yogi maestro molto conosciuto e illuminato “è stato una pietra miliare nella mia vita, è entrato in punta di piedi ed è diventato un riferimento fondamentale nei momenti in cui era necessario fermarsi e guardarsi dentro.” Con lui e con Ghita (un’altra volontaria che con Sharma Yogi ha fondato l’Associazione umanitaria Devidine, con sede in a Parigi) Giuliana inizia il suo percorso di volontariato.
È il 2004 quando viene a conoscenza che il progetto di costruzione di una scuola presso Kajuraho, nello stato federato del Madhya Pradesh, per il quale il suo maestro aveva dato l’anima rischia di non vedere mai la luce. Giuliana, che ha la caratteristica di essere una persona ricca di risorse e dalla mente aperta -credo sia merito dello Yoga- senza pensarci due volte ha un’idea brillante: realizzare dei calendari con le foto che ha scattato durante i suoi viaggi. Il progetto nasce sotto una stella fortunata: la realizzazione del calendario le viene infatti regalata. Nel giro di soli due mesi già furono raccolti 9.000 euro dei 10.000 necessari per la costruzione della scuola. Così nel 2005 i bambini cominciano a studiare, “seduti sotto un albero perché lì è così, almeno nell’India povera.” Nel 2010 sono stati consegnati i primi diplomi di Scuola Primaria ma sfortunatamente il Bramino che ha dato il via a questa incredibile macchina della solidarietà, mancato nel 2009, non ha potuto essere presente alla cerimonia.
“La scuola è molto più importante per questi bambini che sì sono indiani ma non sono stupidi! Al contrario sono molto intelligenti, e svegli, e la scuola permette di cambiare la loro vita in meglio. Se non impareranno a leggere e scrivere continueranno a vivere sulla strada dei loro avi.”

Da questo, che è stato per Giuliana il primo atto forte a favore dei piccoli indiani, scaturisce un impegno costante fatto di un lungo anno di raccolta e divulgazione del suo operato e che si conclude ad Ottobre con il viaggio in India per la distribuzione.
L’india è il Paese dei contrasti forti che ti prendono allo stomaco, da un lato vedi cose e ti scontri con una realtà che fa male e dall’altro puoi ammirare scenari di bellezza unica e di gioia che fanno sentire in estasi”. Spesso racconta così il paese che tanto ama. E le sue foto e i suoi filmini non fanno altro che confermare questa duplicità. Ci sono paesaggi unici e i colori vivi dei Shari indossati da queste donne magrissime ma dagli occhi penetranti si scontrano con quelli di bambini seminudi, a piedi scalzi, visibilmente deperiti e a contagiati dalla scabbia -molto diffusa per via delle condizioni igieniche.
Il grado di denutrizione e malnutrizione è tale che la mancanza della vitamina A e del giusto apporto nutrizionale porta allo sviluppo di cataratte e cecità precoce.

Altra iniziativa che vale la pena menzionare è quella simpaticamente denominata Cuci Cuci un abitino per l’India. Giuliana si siede alla macchina da cucire e realizza abitini e calzoncini con le stoffe- più che altro straccetti- che le vengono regalate. Questi poi vengono venduti simbolicamente in cambio di un’offerta in modo da garantire vestiario ma anche denaro perché “vestiti va bene ma non col pancino vuoto!”.

Vorrei raccontarvi tutto, e credetemi ci sono storie che possono lasciarvi senza il respiro per più di qualche istante e altrettanti sono i progetti che vengono portati avanti come ad esempio il micro credito per le donne oppure la raccolta di semi non modificati e adatti ai terreni inariditi dai monsoni.

In realtà hanno bisogno di tutto: “Considerate che chi lavora in questi villaggi mantiene la famiglia con l’equivalente di 80 centesimi al giorno, noi qua non ci compriamo nemmeno un caffè. Puntiamo molto sull’adozione a distanza. Permette ai bambini di restare a vive in casa, con i genitori ma anche di andare a scuola e di ricevere ogni mese una quantità di vettovaglie che va a favore di tutta la famiglia.”
Per adottare un bambini sono sufficienti 200 euro all’anno. Se il momento di crisi vi inibisce vi suggerisco di dividere la quota con i vostri conoscenti.

Giuliana ha scritto anche tre libri, l’ultimo dei quali uscito lo scorso anno, nei quali attraverso le foto e le cronache dei suoi viaggi cerca di disegnare l’immagine a tinte forti della realtà indiana, di raccontare il misticismo di un paese dove i contrasti sono molto evidenti. Ovviamente il ricavato della vendita dei volumi viene sempre devoluto all’opera umanitaria.

Se sono riuscita ed evocare con questo racconto il vostro altruismo vi starete chiedendo come fare per contribuire. Innanzitutto potete visitare il sito www.giulianap1.it, dove troverete maggiori informazioni. Se siete interessati a partecipare a tutte le iniziative basta mettervi in contatto con il ristorante La Cascina di Arona.
Per chi utilizza Facebook basta iscriversi al gruppo Giuli cuci cuci oppure contattare Giuliana Pedroli.
E infine potete contribuire raccogliendo medicinali, in particolari gentamicina e pomate contro la scabbia e le scottature, vestiti per bambini e ragazzi (tenete presente che non vestono esattamente come noi), giacche e giubbotti perché l’escursione termica è elevata, mutandine, scarpe tipo sandali o tennis in stoffa, pastelli (i pennarelli si seccano), quaderni.

Non resta che salutare la parte sacra che in tutti voi, cari lettori.

Namasté

Show CommentsClose Comments

Leave a comment