La Comunità Educativa Giovanile

Tutto intorno a noi ci sono mondi e realtà sconosciute, alcune bellissime e rassicuranti, altre molto faticose e dure. A Novara esiste un luogo (ma non è l’unico) in cui le prime aiutano le seconde a diventare migliori. Siamo andati a Sant’Agabio, in via De Amicis, a conoscere la Comunità Educativa Giovanile.

Incontriamo Patrizia Fasana, la presidente, e ci facciamo raccontare cosa è la Comunità Educativa Giovanile e come ha iniziato a esistere.
Tutto iniziò con una suora, suor Graziella, allora assistente sociale a San Martino.
“In quel periodo ci s’interrogava sulla validità dei servizi resi a minori e famiglie. Per i minori in difficoltà c’era il ricovero in orfanotrofio. Ma era anche il periodo dei primi campi scuola, delle prime raccolte della carta. Qualcosa si stava muovendo.”
Così, quando Suor Graziella si trovò di fronte al caso di una ragazza con una situazione familiare problematica, la portò con sé alla casa delle suore. Sapeva che la soluzione sarebbe stata solo temporanea, così si attivò per trovare una nuova casa per la ragazza e si rivolse alle suore dell’allora pensionato che ospita la Comunità oggi. Il pensionato ai tempi accoglieva impiegate e insegnanti che arrivavano dal sud dopo aver vinto i concorsi statali e fu piuttosto semplice trovare una camera libera per la nuova ospite.
La ragazza non era la sola ad avere bisogno di aiuto e una dimora non era l’unica cosa che le occorreva, così si pensò di strutturare un servizio di accoglienza e nacque l’associazione Comunità Giovanile che poi divenne cooperativa e iniziò ad assumere personale qualificato.
La signora Fasana ripete più volte che ciò che caratterizza la Comunità è “la presa in carico, tenere insieme tutti i pezzi” delle vite smembrate di ragazzi che arrivano da situazioni difficili. “Ciò significa che vediamo il ragazzo nella sua interezza, non disgiunta dalla famiglia di origine. Il rapporto con il Servizio Sociale che è garante del lavoro che facciamo, è stretto e irrinunciabile. Quando ci prendiamo carico di un caso, facciamo un progetto insieme al Servizio Sociale e lo portiamo avanti corresponsabilmente. Tutto il nostro lavoro è rivolto alla soluzione dei problemi di oggi per superare il disagio e il dolore dei ragazzi ma con il preciso obiettivo di aiutare i giovani a costruirsi un domani di normalità e dignità.”
I ragazzi torneranno comunque a casa e “spetta alla nostra struttura far loro recuperare ciò che di buono c’è nella famiglia di origine” e aiutarli a trovare una strada per affrontare e superare i loro traumi e le loro sofferenze.

La Comunità interviene in molti modi diversi. Noi ci troviamo nella comunità residenziale in via De Amicis, ma ce ne è una uguale in via Faraggiana. A Novara e ad Arona è inoltre svolto il servizio di sostegno post adozione, con due psicologi che incontrano i genitori adottivi e li accompagnano e sostengono nel corso di questa esperienza.
Poi, sempre a Novara, c’è il centro diurno, dedicato a 10 bambini e ragazzi dalla quinta elementare alla prima superiore. I bambini arrivano dopo la scuola, pranzano al centro e poi trascorrono lì il pomeriggio fra studio e attività ricreative. In questo caso si cerca di lavorare anche con le famiglie, in particolare con le madri, perché molto volte è proprio la famiglia per prima ad avere bisogno di aiuto e vicinanza per crescere, consolidarsi e diventare più responsabile.
Nella visione, il futuro della Comunità Educativa Giovanile è strettamente legato al quartiere in cui si trova.
Così a Sant’Agabio si concentrano già da ora le energie, con iniziative quali il “progetto sant’Agabio” che coinvolge i bambini della scuola elementare Don Ponzetto in un’ora di animazione educativa nel dopo scuola: attraverso il gioco si impara a stare insieme e si imparano la tolleranza, l’integrazione sociale, il rapporto con gli altri.
Altro progetto è “oltre la Ferrovia”, con Fondazione Cariplo e molte realtà del quartiere: qui si incontrano “mondi diversi” per età, cultura ed esperienze e si indirizzano i ragazzi verso il mondo del lavoro, facendo loro incontrare professionisti, artigiani e occasioni di impiego.

Ci salutiamo, con la profonda convinzione (e la testimonianza diretta) che il mondo si migliora a partire da casa propria.

con il contributo di Marisa Galli

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