Il Valhalla e… la Corea

La prima cosa che mi colpisce è il nome: Valhalla.
Cosa c’entra con la Corea il palazzo di Asgard in cui gli eroi vengono accompagnati dalle Valchirie?
Sto parlando con Elisa Maffè e Gianluca Barricella, rispettivamente presidente e vice presidente del Valhalla Team Taekwondo di Novara e…
No, un attimo, fermi.
Prima una domanda: sapevate che a Novara c’è una squadra di taekwondo?
E che la presidente si è classificata più volte seconda alle gare nazionali di combattimento e al primo a quelle di forma?
No? Bene, ora lo sapete. Sono belle notizie 🙂
E’ bello scoprire nuove cose e raccontarle. Dopo il baseball, la pallavolo e il rugby, oggi incontriamo i ragazzi del taekwondo.

Elisa e Gianluca mi spiegano che hanno voluto dare questo nome vichingo alla squadra di taekwondo per trasmettere l’idea di essere, in ogni ambito della vita dei combattenti, sempre pronti, reattivi, senza mai abbattersi. La cosa bella è che questa grinta, che sia già propria o che sia ricercata, è proprio la cosa che caratterizza le persone che si avvicinano all’arte marziale coreana “dei calci e dei pugni in volo” (la traduzione letterale della parola taekwondo). Sono persone di ogni età, dai bambini ai loro nonni. Arrivano per divertirsi, per imparare a difendersi, per essere più scattanti e flessibili, per uscire dalla propria timidezza o per essere più sicuri di sé attraverso un allenamento psicofisico votato alla ricerca dell’equilibrio.

Personalmente non ho molta dimestichezza con le arti marziali, ho solo praticato un po’ di TaiChi e, per qualche mese, Aikido. La mia leggera infarinatura dei principi e metodi di altre discipline mi rende curiosissima e le domande sorgono una dopo l’altra.
Così, parlando con Elisa, scopro che, come nel karate, anche nel taekwondo ci sono le cinture colorate. Si parte sempre dalla bianca e si arriva sempre alla nera, ma non c’è la cintura arancione e al posto della marrone c’è la rossa. In linea di massima si guadagna una cintura all’anno, se si seguono a dovere le lezioni. Si fa un esame che prevede l’esecuzione delle tecniche di base (passi, attacchi e parate fondamentali), di parti più complesse chiamante “taeguk”, di sequenze di combattimento immaginario, di tecniche al colpitore e di un combattimento di prova.
Ulteriore differenza rispetto ad altre arti marziali è la… non saprei come definirla… vivacità e velocità?
Il taekwondo è scattate, ci sono mosse in volo, calci molto alti, è necessario il full contact. Se la scorsa estate avete seguito anche voi le olimpiadi di Londra e la finale di taekwondo vinta di Carlo Molfetta, allora capite cosa intendo.
Elisa dice che non occorre essere subito flessibili. Gli allievi spesso si meravigliano della rapidità e della facilità con cui riescono a fare cose che fino a poco prima sarebbero sembrate loro impossibili, come ad esempio alzare il piede fino al collo dell’avversario. E’ tutta una questione di allenamento e di esercizio interiore, di ricerca del proprio equilibrio, con determinazione, perseveranza e tanto entusiasmo.
Direi che sono principi utili da ricordare anche se non si pratica il taekwondo.

Il gruppo di Novara è giovane (è nato due anni fa) ma forse avete già potuto vederlo esibirsi agli StreetGames a Novara o agli SportLive di Galliate.
Il gruppo di Novara è anche piccolo, è composto da una quindicina di persone, ma mi raccontano che è (forse proprio grazie a questo) un ambiente basato sull’amicizia, una famiglia fuori dalle mura domestiche.

Se volete provare, si allena in zona Bicocca lunedì e giovedì dalle 20 alle 22. Fra l’altro, nota divertente, per rendere più piacevoli alcune parti di allenamento che di solito sono un po’ noiose, le si esegue a suon di musica. Metal, ovviamente.
Mica pensavate mettessero Psy, vero? 😉

Per informazioni potete rivolgervi a Elisa (347/9145158) o a Gianluca (348/9028524), scrivere a valhalla.taekwondo@gmail.com o contattarli attraverso il gruppo di Facebook

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