I custodi dell’antica sapienza

E’ una calda giornata di fine giugno e la lunga stanza in penombra sembra un paradiso rispetto all’esterno. Mi guardo attorno, curioso fra le librerie, faccio la spunta dei libri che ho letto e quelli che mi mancano, intanto che Mirko Bosio è al telefono a sbrigare le ultime faccende prima dell’inizio di NovaAria, il festival celtico della provincia di Novara.
Sono un’appassionata, sai, dico io quando lui mette giù.
Il druidismo di Jean Markale, il Vischio e la quercia di Riccardo Taraglio… Hai letto l’originale della Razzia del Bestiame? 
Lui solleva le sopracciglia e mi pare stia per mettersi a ridere per lo stupore. Appassionata sul serio! mi fa.
Sorrido, penso andremo d’accordo.

Scopro così che Mirko si è avvicinato alla cultura celtica circa 15 anni fa, quando gli è capitato fra le mani un libro di Brian Bates intitolato “La sapienza di Avalon“. La vita ha preso una nuova piega da allora: ha iniziato a entrare in vari gruppi di rievocazione storica, tutti con derivazione spirituale -il druidismo, per intenderci. Ha scoperto così la musica celtica, ha iniziato a conoscere i festival partecipanti a Celtica (celeberrimo festival che si svolge in Val d’Aosta ogni anno) come rievocatore e come collaboratore, ha fatto qualcosa nel biellese.

Poi -prende una pausa per facilitare la memoria- è nata l’esigenza di creare il mio clan. I celti sono degli individualisti, dice lui, Cesare lo sapeva bene, dico io. Sorridiamo alla memoria di Vercingetorige.
Da questo desiderio di individualità è nata l’associazione culturale Custodi dell’Antica Sapienza, un nome pomposo dice Mirko. L’antica sapienza è quella di Avalon, della foresta europea. Oltre al festival organizzavamo altre cose, letture, critiche di libri, conferenze, eventi. Adesso manca il tempo, ma riprenderemo presto.
Mi spiega che dalla passione per la musica e per lo spettacolo è nata NovaAria nel 2008, per una fortunata combinazione di eventi. Nel corso degli anni il festival si è ingrandito sempre più. Gli dico che mi ricordo il primo anno, ho un archivio di fotografie bello ricco. Una parte dell’Allea era occupata da bancarelle, tende e campi storici e c’erano anche dei miei amici lì impegnati a tessere, forgiare monete e suonare il carnyx (una specie di lunga tromba dalla forma zoomorfa, di solito raffigurante un cinghiale, lo vedete nella foto).

Negli ultimi anni, riprende lui dopo la breve fase amarcord, “NovaAria è cresciuto tanto da dare nell’occhio e gli altri organizzatori di festival celtici. E’ nata così ECQuE, acronimo di European Celtic Quality Events. L’idea è partita dai due festival più grossi, ovvero Bustofolk di Umberto Crespi, a Busto Arsizio, e Celtica di Riccardo Taraglio, in Val d’Aosta. Volevano raccogliere in una confederazione i festival che avessero determinati standard di qualità e NovaAria è stato scelto come socio fondatore. Ottimo riconoscimento, ma non lo ha capito nessuno. Siamo gli unici in Piemonte e siamo in una delle tre culle delle popolazioni celtiche. Qui c’è Golasecca, se fai tac con una picozza viene fuori una spada celtica”. 
Credo che in quel momento ci sentiamo tutti e due molto fieri della cosa. 

Parliamo un po’ di ECQuE e mi racconta che ci sono moltissimi festival che cercano di entrare nel gruppo, ma non è facile, gli standard sono severi, vogliono fare le cose per bene. Stanno adesso esaminando le domande di candidati della Bretagna, della Scozia e dell’Irlanda e trovo la cosa veramente molto divertente.
E’ una nuova avventura, certamente, e assorbe molto tempo così come l’organizzazione del festival ne porta via altrettanto. Consideriamo che il lavoro è tutto di appassionati e volontari, ciascuno poi ha la sua attività nei settori più diversi.

E l’associazione?
Mirko vorrebbe riprendere presto anche le attività più classiche dei Custodi dell’Antica Sapienza: conferenze, incontri, dibattiti, seminari, concerti, corsi, pubblicazioni, studi, ecc. 
Mi mostra il sito, c’è una pagina sugli intenti e lì si legge che l’associazione è nata per far conoscere e rivalutare usi e costumi delle tradizioni artistiche, sociali e popolari delle culture celtiche, in particolare quelle di casa nostra ovvero della Gallia Cisalpina e dell’Insubria. E’ un modo di far conoscere antichi principi di saggezza che sono insiti nella cultura di queste zone e di difendere in modo ragionato l’ambiente, la natura, il territorio in cui viviamo.
Ancora qualche chiacchiera da “celtofili”, fra libri meravigliosi e spesso rari o unici (come quello fatto a mano da un’amica di Mirko) e poi ci salutiamo. Mi sa ci rivedremo presto 🙂

Lo stesso faccio io con voi, però vi lascio due link. Il primo è verso il sito dell’associazione se vi interessa saperne di più.
Il secondo è per scoprire cosa c’è… Al di là del velo.

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