Soriso, una trama… svolta

Soriso ha dedicato i primi due weekend di settembre alla seta, con mostre, laboratori, conferenze e tutto quanto potesse far conoscere al pubblico maggiormente il mondo di questo tessuto pregiato. Ci siamo fatti raccontare come è andata da Alessandra Cacciatore che ci ha anche inviato delle foto molto belle che potete trovare sulla pagina facebook di NovaraVive.
La parola ad Alessandra!

Una remota sacralità conservata nei boschi di Soriso, in un affresco di fine Quattrocento all’interno di una piccola chiesa e nell’acqua che scorre da una fontana posta accanto.
Il “ritorno alla vita”, momentanea resurrezione di un bambino legata al miracolo del répit e al culto pre-cristiano diffusosi dal territorio Walser fino a qui.
La grande devozione verso la “Madonna della Gelata” di residenti ed emigrati in cerca di ricchezza: i Ravizza e i Massara, tra i più noti, che dal XVI secolo fecero confezionare e recapitare pregiatissimi paramenti sacri per omaggiare il loro piccolo paese di provenienza: Soriso.
Un susseguirsi di piviali, paliotti e pianete dai colori del verde smeraldo al giallo e al viola, finemente decorati ed arricchiti di stemma del casato appartenente….ancora sotto studio e alimentati da mille curiosità!

Pochi hanno potuto vedere all’interno della Chiesa di San Giacomo, per l’occasione allestita a Museo e sala convegno, l’intera esposizione intervallata da approfondimenti di Flavia Fiori, esperta in tessuti e ricami antichi, entusiasta delle ricerche ancora aperta su questo patrimonio.
Non solo storia e arte ma anche modi e consuetudini di “crescere” i bozzoli di seta, portandoli nel caldo seno delle donne, come è stato spiegato durante il laboratorio della seta, e di vederli “sbiancare” per il tempo di una notte, consuetudine che ha creato il detto “far la notte in bianco”.

Davvero un week-end inaspettato per il piccolo borgo, che ha ospitato interessati provenienti da diversi ambiti culturali ed artistici del Novarese. Molti anche i semplici curiosi che hanno seguito la visita guidata nel borgo, nella Chiesa di Santa Marta e al Santuario della Gelato, attraversando il bosco fino alla “gelata”. Qualcuno ha invece atteso gli incontri gastronomici in cui immancabili sono stati i salumi, il Gorgonzola e i vini delle Colline Novaresi.

Grazie ad Alessandra Cacciatori

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