Punti, strade e cacce a tesoro

Molto spesso mi reco in Ticino, sono anni e anni che la strada è sempre la stessa.
Sabato però è successo che, a causa del traffico, si dovesse prendere un’altra direzione, così ho consultato la mappa dell’iphone per trovare la via alternativa fra colline e curve che separano Como e Varese verso Lugano.
Tutto bene fino al confine, ma poi la mappa online ha smesso di funzionare perché la Orange è subentrata alla compagnia italiana e così ho acceso il navigatore satellitare. Convintissima di quello che stavo facendo, ho cercato di muovermi sulla mappa e di ingrandirla scorrendo con le dita.
Inutile dire che non ha funzionato e che, anzi, ho aperto mille menu totalmente inutili e fuorvianti a furia di pigiare per cercare di ingrandire o spostare l’immagine. Forza dell’abitudine.
Allora ho pensato che forse, davvero, Stefano Giuliani ha ragione nel dire che smartphone e tablet sono delle protesi per noi.

Ne parliamo discutendo di turismo, navigazione ed esplorazione di luoghi e territori.
Siamo nella sala riunioni di Enne3, dove ho già parlato di micorrize con Luigi Tiradani, ma ora l’argomento è tutt’altro: mappe, geolocalizzazione, realtà aumentata e cacce al tesoro. Siamo nel mondo di Geo4Map, spin off di DeAgostini specializzata in cartografia, sistemi informativi territoriali e georeferenziazione ovvero attribuzione di dati a luoghi geografici specifici.
Stefano Giuliano è l’AD e mi racconta che sono arrivati all’incubatore d’impresa in un 2005 che pare un’era geologica fa. Ci sono arrivati perché si sono slacciati da DeAgostini per decisioni varie di business e hanno vinto la StartCup con il prodotto più innovativo nel turismo. Si trattava di una guida satellitare, un ebook che spiegava il territorio ma faceva anche la navigazione. Lo hanno venduto ad esempio alla provincia di Massa.
Erano in effetti i primordi di quello che è diventato poi il pattern tracking e la realtà aumentata.
Parole strane che sostanzialmente vogliono dire che alla realtà vengono sovrapposti degli elementi informatici e informativi.
Significa che, se avete la giusta applicazione e inquadrate con il vostro smartphone un elemento del paesaggio (ipotizziamo un edificio storico), vedrete comparire su di esso delle cose di vario tipo: possono essere parti ricostruite della facciata, testi che illustrino dei dettagli, immagini, link verso approfondimenti, indicazioni di percorsi.
E’ un altro modo di vagare e di esplorare, con una visione “aumentata” della realtà attraverso le famose protesi tecnologiche di cui sopra.

In concreto come funziona?
Si creano dei livelli di visualizzazione e su ciascuno vengono posti dei POI (punti di interesse). Nel momento in cui la telecamera riconosce l’elemento a cui è associato uno di questi punti, parte un “evento” che può essere un video, un audio, la comparsa di una bandierina che apre un testo o un’immagine, ecc.
Mi fa l’esempio de “Il riposo”, il dipinto di Fattori che è conservato lì nell’edificio della Fondazione Novara Sviluppo. Hanno sviluppato un’applicazione attraverso la quale navigare tra gli elementi del dipinto. Si inquadra un dettaglio della Maremma, l’acqua, il carro e parte una spiegazione su quell’elemento o la storia dei Macchiaioli. Detto fra noi, andando a prenderci qualcosa di rigenerante alle macchinette, ho cercato con nonchalance il dipinto ma, ahimé, non l’ho visto e mi toccherà tornare a trovarli un’altra volta 😉
Già che siamo in pausa facciamo due passi al sole con ipad alla mano. Stefano lo solleva aprendo un’applicazione, si unisce a noi un suo collega e mi fanno vedere il mondo attraverso il piccolo schermo.
Oltre l’edificio verde e grigio e le fronde degli alberi fanno capolino pallini colorati che indicano Stazione, Broletto, Castello, Municipio e relative distanze.
Ci stanno ancora lavorando e ci sono intoppi con la connessione che è un po’ debole, ma la faccenda si fa comunque interessante e mi immagino di camminare per una città qualsiasi, alzare l’iphone e venire a sapere vita, leggende e miracoli della piazza in cui mi trovo o del campanile che sbuca all’orizzonte, fra le case di pietra e i tetti in ombra.

Loro, Stefano e gli altri 9 di Geo4Map, fanno questo, che sia sulla carta o su un piccolo monitor, trovano nuovi percorsi fra le solite strade.
Con le loro applicazioni possono far vedere con un mondo che ancora non c’è o tirare fuori quello che c’è ma non vediamo o farci vedere in un altro modo quello che abbiamo sotto il naso.
Ci sono molti spunti e molte cose che si possono fare.
Lavorano con grandi aziende che vogliono studiare nuovi modi di fidelizzare il cliente, mostrando in tempo reale, tramite un’app, le proposte dei punti vendita.
Vorrebbero darsi agli ebook universitari, hanno fatto un progetto di esplorazione delle zone circostante il canale Cavour con le sue piste ciclabili fra le risaie che possono diventare verdi, per magia, anche in pieno inverno; si propongono ad alcuni parchi naturali perché “l’esplorazione della natura si presta molto a queste cose. Immagina di vedere un pallino che ti indica che questo è il luogo dove nidifica l’airone cinerino. Ti faccio vedere come è in estate anche se siamo a novembre”.
Stanno collaborando con iNovaria, un’azienda dell’incubatore che si occupa di medicina dell’emergenza, e hanno fatto un’applicazione per rintracciare i medici sui luoghi d’emergenza, così che la centrale operativa sappia sempre dove sono e come contattarli e interagire con loro quando necessario.
Hanno mostrato i loro lavori a società di team building perché, mi dice Stefano “c’è tutto un business dietro il team building, negli alberghi a 5 stelle che ospitano nelle sale convegni i corsi di grandi aziende. Sono corsi per fare gruppo attraverso i giochi e noi ne stiamo realizzando alcuni. E’ incredibile quanto si possa imparare attraverso il gioco!”
Già, il gioco…

Lo scorso anno hanno voluto fare un esperimento assieme ai ragazzi di Noise+, una startup vicina di stanza all’incubatore. Lo hanno chiamato CSI Novara ed è stato una caccia al tesoro poliziesca all’interno della città. I partecipanti, divisi in squadre di tre, sono stati muniti di smartphone e poi via, in giro per la città a seguire gli indizi, a scoprire luoghi e personaggi storici, a trovare macchie di sangue (virtuali!) dalle parti della facoltà di Medicina, a risolvere piccoli enigmi e puzzle fino a tornare al punto di partenza e scoprire l’assassino.
Così si scopre la propria città e si imparano molte cose in modo forte e duraturo.
Perché, diceva Confucio: Ascolto e dimentico. Leggo e capisco. Vedo e ricordo. Agisco e imparo.

P.S. Qui potete vedere una sintesi del gioco dello scorso anno.
Quest’anno la caccia al tesoro si ripeterà in settembre, più affinata nelle tecniche e raffinata negli enigmi. Il tema sarà la medicina sportiva e in premio ci saranno delle salutari biciclette pieghevoli.

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