Gli innovatori più dirompenti della Silicon Valley

E’ un venerdì sera d’estate, sono alla Fondazione Novara Sviluppo e, sgusciando in un corridoio in cerca dell’aria condizionata, incontro Emilio Billi e Antonella Rubicco.
Si comincia a chiacchierare del più e del meno, molto di Perugia per pezzi di vita di tutti noi passati lì e poi… poi soprattutto di quello che fanno.
Mi suona affascinante, loro innovano in un modo importante e silenzioso, innovano dietro le quinte di quello che ogni giorno fa parte della nostra vita. Sono da poco tornati dalla Silicon Valley e fanno la spola fra il tempio dell’informatica e dell’innovazione e la insospettabile Romentino.
E’ a Romentino che poi li incontro nuovamente.

Emilio e Antonella sono i fondatori di EB Enginereeng e si occupano di supercomputer, cioè di quei sistemi di elaborazione progettati per ottenere potenze di calcolo estremamente elevate. Per lungo tempo i supercomputer sono stati usati esclusivamente nel mondo scientifico e della difesa, per lo sbobinamento del DNA, o per gli studi sulle prestazioni delle auto da corsa. Il cambiamento è arrivato con social network, smartphone e tablet perché i supercomputer sono il “dietro le quinte” di cose come Iphone, Facebook e simili.
L’ultima invenzione di EB Engineering si chiama Ronnee (quasi come il loro cane) ed è stata considerata l’innovazione più dirompente presentata alla Silicon Valley negli ultimi 5 anni. E’ una scheda di rete in grado di ridurre i consumi del 70% e aumentare del 30% le prestazioni dei supercomputer. Questo vuol dire risparmio di denaro, maggiore tutela dell’ambiente e aumento dell’efficienza.

Nel suo ufficio fresco e pieno di riconoscimenti e fotografie (mi colpisce quella con Margherita Hack), mentre il cane Ronnie sonnecchia sotto il tavolo, Antonella mi racconta come sono arrivati a oggi.
Siamo nel 1996, in una gelateria di Galliate. Emilio e Antonella sono lì e chiacchierano. Lei studia scienze biologiche, lui ingegneria nucleare ed è appena rientrato da una lezione di calcolo in cui si è parlato di supercomputer e così ha saputo che sono costruiti con hardware dedicato e per questo sono molto costosi e solo i grossi possono permetterseli, mentre i piccoli gruppi di ricerca si devono arrangiare. Lui dice a lei “ci deve essere un modo per fare supercomputer con hardware standard, altrimenti non ha senso, si taglia fuori una enorme fetta di utenza che ne ha bisogno!”.
Con questo pensiero in testa iniziano ad assemblare pc per conto di un ingegnere e così imparano molto su come mettere le mani dentro a questi apparecchi. Si specializzano anche in altre direzioni e diventano amministratori di rete per alcuni enti e imprese, compresa la Diocesi di Novara.
Giorno per giorno si convincono che il loro progetto si può realizzare, lavorano sodo e racimolano i soldi per autofinanziarsi. Nel 2005 finalmente nasce SC12, il primo personal super computer.
Oggi EB Engineering è premium partner di Xilinx, uno dei due più grossi distributori al mondo di dispositivi logici programmabili.

Con l’esperienza maturata nel mercato USA, Antonella e Emilio stanno ora iniziando a conoscere il mercato italiano perché, anche se si stanno stabilendo parzialmente nella mitica Silicon Valley, vogliono continuare a essere presenti in Italia nel loro ufficio lì a Romentino.
Antonella mi dice che potrebbero andare via del tutto, ma non vogliono “Il paradosso è che se siamo riusciti a fare questo, a fare i nostri prodotti (è tutto realizzato in Italia) è grazie alla formazione che abbiamo avuto in Italia, alla nostra istruzione. E’ dura non riuscire a dare un contributo al nostro paese. Quando hai la fortuna di incontrare persone che ti sostengono è un sollievo. E’ difficile, ma si deve, è etico almeno cercare di creare qualcosa.
Innovare è combinare l’esistente, è l’utilizzo che ne faccio che fa la differenza. Le cose sono lì, devi avere una nuova visione dell’esistente. E’ difficile farlo capire. Non è che qualcosa “c’è già”, ci sono degli elementi che possono essere ricombinati e riutilizzati e sta lì l’innovazione.
Innovare è trovare nuove soluzioni, nuovi collegamenti. Soprattutto nei periodi di crisi è fondamentale trovare dei link, è dalla collaborazione che dipende la crescita di un Paese. L’unico modo che hai per riuscire ad andare avanti è questo, devi trovare così la combinazione giusta di ingredienti per innovare.”

In “Amici miei” si diceva che il genio “È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione”.
Emilio e Antonella hanno proprio del genio dalla loro parte!
Hanno visione d’insieme, creatività, capacità di vedere potenzialità dove sembrerebbero non essercene e lavorano velocemente. Antonella mi racconta che per dare vita a Ronnee ci sono voluti sei mesi fra la progettazione e il prototipo. Sono poi riusciti a presentare a un cliente quattro prototipi funzionanti di una versione di Ronnee in meno di due mesi!
La velocità è uno dei pregi che vengono loro riconosciuti dai clienti.
Mi racconta un aneddoto a proposito invece della creatività.

“La prima volta siamo andati negli USA il 14 aprile 2007. Me lo ricordo bene perché abbiamo perso l’aereo, abbiamo sbagliato terminal a Malpensa e ci siamo trovati, di fortuna, su un altro aereo molto più lussuoso. Dovevamo andare a una convention a presentare un nostro prodotto per la tv on demand, eravamo in ritardo, quando siamo arrivati ci siamo accorti di non avere nulla su cui appendere dei pannelli che avevamo portato con noi perché lo stand era diverso dal previsto.
Avremmo potuto comprare del forex a 70 dollari ma non ci piaceva l’idea di spendere soldi per una cosa che sarebbe rimasta lì. C’era in un angolo una tavola di legno, abbiamo chiesto se potevamo usarla e quando ci hanno detto di sì ci siamo messi a inciderla con un cacciavite e poi a spezzarla saltadoci sopra. Ne è uscito un sostegno fantastico. I nostri vicini di stand ci hanno guardato e hanno chiesto “ingegneri italiani?” Loro non ci avrebbero mai pensato. A noi italiani viene attribuita questa capacità creativa e ideativa. In Siicon Valley la direzione di tutte le più grosse ditte è italiana oppure queste aziende sono state portate al successo da italiani. Visentin, che ha inventato il chip dell’Intel, ha ricevuto nel 2009 da Obama il premio per il maggiore contributo dato agli USA.”

Una buona dose di fiducia al popolo di Dante e di Leonardo.
Antonella ed Emilio ci dimostrano che avere grande successo nel mondo non significa girare le spalle al proprio Paese.

Nella foto, sulla sinistra, Emilio Billi.

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