Il negativo dell’amore

Tutto inizia nel 1979, a dicembre, che è quasi ’80.
E’ una storia che cambia sfondo ogni 4 anni per 20 anni e poi si ferma a Novara, con l’acquisto di una casa e del senso di permanenza che c’è nella confezione.

E’ la storia di Maria Paola Colombo che avrebbe sempre voluto fare la scrittrice, che a 20 anni ha il “dovere morale” di partecipare a un bando di assunzione di una banca per aiutare la famiglia e i quattro fratelli più giovani; che, quando viene assunta da quella banca, si mette a piangere (dal dispiacere) sul marciapiede squagliato di una Torino sciolta del sole di agosto. Che a 20 anni vede o bianco o nero e che, perché ormai è entrata in banca, smette di scrivere perché si siede “su quel divano di chiodi che è la parola ormai“.

Questa però è una bella storia e a cambiare le sorti di Maria Paola c’è un biglietto che sua sorella le porta a casa da un viaggio ad Aosta. Su quel biglietto c’è l’indirizzo email di Giulia Ichino, editor di Mondadori.
Il destino tesse le sue trame e ci mostra le vie che potremmo percorrere, sparpagliando indizi e ganci lungo le nostre giornate.
Il destino non basta, ci vuole la bellezza terribile del libero arbitrio.
Ci vogliono due anni prima che Maria Paola prenda quel biglietto dal fondo del cassetto e scriva a Mondadori.
11 racconti in 11 weekend, uno stile che piace, una voce narrativa interessante, dicono, però i racconti non vendono e…

…e allora si rilancia e Maria Paola promette entro 30 giorni la trama di un romanzo e le prime 50 pagine. Tre settimane di buio totale e assenza di slancio creativo e poi tutto prende forma in 7 giorni da un fatto di cronaca. I giornali dicono che una donna si è gettata nel fiume con il figlio fra le braccia, nessun superstite.
Di fronte a una disperazione così grande a una incapacità di concepire uno spazio e una possibilità così assolute e devastanti Paola rimane colpita.
Cosa sarebbe successo se quel bambino, che nel romanzo è una bambina, fosse sopravvissuto?
Vuole dargli (darle) una possibilità di felicità. Scrive “Il negativo dell’amore” pubblicato a fine gennaio da Mondadori.

Nella negativo di una fotografia ci sono i colori pronti a emergere.
Nel negativo dell’amore c’è la potenza di una possibilità di felicità. E anche lo strano dono di quella che in psicologia chiamano “capacità negativa”, cioè riuscire a stare nell’incertezza, in equilibrio nell’instabilità.

Molto è dato dall’immaginazione creativa, quella cosa che ci proietta verso le nostre stesse possibilità, oltre i nostri muri. I libri sono un’ottima palestra per svilupparla.

Ci è piaciuto cosa ha detto l’autrice a questo proposito. Guardate questo video.

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